Almeno una volta nella vita è capitato a tutti di prendere in prestito la macchina di un familiare così come mettersi al volante della vettura di un amico o un collega. Un gesto che spesso diamo per scontato e sarà di certo capitato anche a te. Ma ti sei mai chiesto: “Posso guidare una macchina non intestata a me? E cosa potrebbe succedere in caso di sinistro o furto?”. In realtà, puoi guidare con tranquillità l'auto intestata ad un'altra persona ma solo se è un familiare; in altri casi può essere rischioso e avere ripercussioni anche a livello assicurativo. Vediamo meglio di cosa stiamo parlando, con esempi pratici e valutando ciò che dice la normativa.
Si può guidare una macchina intestata ad un familiare?
Mettersi alla guida di un'auto non intestata a sé stessi ma ad un'altra persona del nucleo familiare (coniugi, fratelli, sorelle, genitori) è sempre possibile quando i parenti sono presenti sullo stato di famiglia e si ha il loro permesso per l'utilizzo del mezzo. Non esistono limiti temporali né pericoli di contravvenzione per chi guida il mezzo né a chi risulta intestata l'auto. Inoltre, in caso di controllo, le forze dell'ordine possono accedere in tempo reale all’anagrafe del Comune per verificare i dati.
Ricapitolando:
- Mio figlio (o mia figlia) può guidare la mia auto? Sì, i figli possono guidare sempre il veicolo dei genitori, anche se neopatentati. Tieni a mente, però, che alcune polizze potrebbero presentare delle limitazioni (ad esempio, limiti d’età o esclusività di guida).
- Posso guidare la macchina di mio padre o di mia madre? Sì, guidare l'auto intestata ai genitori è possibile quando se ne ha il permesso.
- Posso guidare un veicolo intestato ad un genitore defunto? Sì, ma per un periodo massimo di 30 giorni dal decesso. Poi è bene richiedere un'intestazione temporanea a nome dell'erede ed effettuare il passaggio di proprietà.
- Posso guidare la vettura di mio fratello o di mia sorella? Sì, ma sempre con il loro permesso.
- Cosa succede se guido una macchina non intestata a me ma a mio marito o mia moglie? Nulla, ma solo se vivete sotto lo stesso tetto e non siete separati.
- Posso mettermi al volante della vettura del partner? Sì, se avete la stessa residenza e rientrate nello stesso nucleo familiare.
Posso guidare l'auto di mio padre non convivente?
Un altro scenario riguarda le famiglie in cui padre o madre non sono conviventi, ovvero persone che non vivono sotto lo stesso tetto. In questo caso, il veicolo può essere preso in prestito dai figli ma vige un limite temporale di 30 giorni, anche se c'è un legame di sangue tra chi possiede il veicolo e chi lo guida. Trascorso questo periodo il nome di chi guida il mezzo va obbligatoriamente comunicato alla Motorizzazione civile altrimenti, in caso di irregolarità rilevate dalle forze dell'ordine nei controlli, si rischiano multe che vanno da 705 a 3.526 euro. Un discorso che vale per tutti i familiari non conviventi, compresi fratelli e sorelle, e a cui bisogna prestare particolare attenzione per evitare sanzioni.
Si può guidare un'auto intestata ad altra persona?
Può capitare a tutti di guidare la macchina di amici, colleghi o conoscenti. È frequente darsi il cambio al volante dopo una serata in discoteca, durante un viaggio o per esigenze lavorative. Cosa succede, però, se l'automobile è intestata ad un'altra persona? Quando si guida il mezzo saltuariamente e la persona a cui è intestata la macchina è d'accordo non c'è nessun problema né vincolo. Quando subentra la regolarità allora puoi guidare il veicolo di un’altra proprietà (persone e aziende comprese) solo per 30 giorni. Trascorso questo periodo il tuo nome deve necessariamente comparire nel libretto di circolazione. Questo ti eviterà, in caso di controlli, una multa salata e il ritiro della carta di circolazione.
Ora potresti anche chiederti: “Se posso guidare la macchina di un’altra persona, allora posso prestare la mia auto ad un amico o un’amica senza incorrere in sanzioni?”. Ovviamente puoi farlo ma, quando la persona è esterna al nucleo familiare, vale la stessa regola dei 30 giorni.
Cosa serve per guidare la macchina intestata ad altri? La parola alla legge
Tutte le casistiche che abbiamo esaminato finora fanno capo all’articolo 94, comma 4-bis, del codice della strada. La legge stabilisce chiaramente che è vietato guidare un veicolo di altri senza autorizzazione, ma che lo si può fare quando sono d'accordo.
In particolare, si può guidare l'auto intestata ad un'altra persona senza limiti temporali né particolari problemi se chi la possiede è un familiare convivente. Occasionalmente si può guidare anche il mezzo intestato a terzi, come persone non conviventi o amici. Quando, però, l'utilizzo è costante e supera i 30 giorni di tolleranza consentiti per legge allora va regolarizzato. In che modo? Con un avviso alla Motorizzazione civile in cui si dichiarano il nome di chi possiede il mezzo e di chi è solito guidarlo. Quando, infatti, si guida un'auto per un lungo periodo e i conducenti sono diversi dalla proprietà si rischia una multa molto salata in caso di controlli da parte delle forze dell'ordine, oltre al ritiro della carta di circolazione.
Cosa succede, poi, quando si viene fermati per eccesso di velocità o mancanza di cinture di sicurezza?
- se la contestazione è immediata a pagare la multa è sempre il guidatore;
- se il verbale viene spedito casa il pagamento spetta all'intestatario del mezzo.
Per non pagare la multa (e non perdere i punti della patente) a causa di un'altra persona si può fare una comunicazione alle autorità competenti entro 60 giorni dalla notifica dell'infrazione specificando chi era effettivamente alla guida del veicolo. Fino a quando la multa non viene pagata, il responsabile è sempre chi possiede il mezzo.
E se ti trovi fuori dall’Italia? Nel caso di un viaggio all'estero con un veicolo intestato ad un'altra persona puoi preparare una delega a condurre. È un documento non obbligatorio ma utile per dimostrare alle autorità straniere che il mezzo non è stato rubato o esportato illegalmente. Può essere realizzato su carta semplice, sia in italiano che in inglese, inserendo i dati del veicolo, della persona delegante e della persona delegata. Perché il documento sia valido, però, la firma andrebbe autenticata in sede notarile.
Vediamo ora cosa cambia a livello assicurativo. Il problema maggiore può verificarsi in caso di sinistro. Se ti stai chiedendo: “Come mi comporto con l'assicurazione se guido una macchina non mia?”, la risposta si apre a diversi scenari.
- Se non ci sono colpe, né particolari problemi, l'assicurazione della persona che possiede il mezzo copre l’eventuale danno.
- Se ci sono colpe, invece, è chi si trovava alla guida del veicolo al momento del sinistro che, se sono presenti anche lesioni a persone, dovrà rispondere alle conseguenze penali. I danni provocati all’auto saranno a carico della compagnia assicurativa del proprietario dell’auto, ma solo nella misura concordata nella polizza. Il guidatore, quindi, dovrà affrontare tutte le conseguenze (civili e penali) derivate dall’incidente e il proprietario potrà eventualmente rivalersi su di lui per recuperare le spese per il risarcimento danni del veicolo e per i risvolti negativi che l’incidente ha avrà sui costi assicurativi (a causa del sistema Bonus Malus).
L'assicurazione può prevedere limitazioni ai risarcimenti se l’auto viene guidata da persone diverse rispetto a chi possiede la vettura. Un dato ben esplicitato nella polizza e che è meglio conoscere prima di prestare la macchina o qualsiasi altro mezzo. Ad ogni modo, in caso di incidenti, l'assicurazione avvierà le pratiche per scalare la classe di merito e cambiare il premio assicurativo a chi possiede il veicolo.